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Approfondimento su Avvocato del Lavoro Quartiere Teramo Milano
L’avvocato del lavoro si occupa di quella branca del diritto che disciplina gli aspetti ed i rapporti, derivanti dal contratto di lavoro.
La materia del diritto del lavoro è molto ampia perché abbraccia anche i rapporti sindacali e la disciplina previdenziale.
Inoltre la regolamentazione subisce continui aggiornamenti e revisioni, dovuti ai mutamenti sociali e al succedersi dei governi.
Infatti il diritto del lavoro ha un notevolissimo impatto socioeconomico e risente delle diverse idee di politica economica e sociale.
Si aggiunge a ciò la lunga crisi economica che coinvolge l’Italia, riverberando inevitabilmente i suoi effetti sul mercato del lavoro.
Il risultato è un continuo evolversi della materia, volta a trovare le migliori soluzioni per tutelare i vari interessi coinvolti.
Così , da una parte le imprese, hanno la necessità di ammortizzare il costo del fattore lavoro.
Dall’altra, per i lavoratori, è indispensabile godere delle tutele che il nostro ordinamento, giustamente, gli riconosce.
La professionalità dell’avvocato del lavoro, s’inquadra in questo contesto abbastanza complesso,in cui i diritti coinvolti sono di rilevanza fondamentale.
LA COSTITUZIONE E IL DIRITTO DEL LAVORO
Tale è la preminenza attribuita al lavoro nel nostro ordinamento, che la Costituzione riconosce nello stesso, il fondamento della Repubblica.
La Carta Costituzionale, infatti, esordisce con l’enunciazione del principio che dichiara l’Italia una repubblica democratica fondata sul lavoro.
Il lavoro, quale diritto inviolabile e dovere inderogabile, assume il ruolo di fulcro della dignità e della libertà del cittadino .
Inoltre la Costituzione riconosce al lavoro l’essenziale funzione, di concorrere al progresso materiale e spirituale della società.
Promuovendone il diritto, come mezzo, per superare gli ostacoli di carattere economico e sociale che impediscono la realizzazione del principio d’uguaglianza.
L’art. 36 della Costituzione tutela il diritto alla retribuzione che deve essere proporzionata alla qualità e quantità del lavoro prestato.
Stabilisce infine che la retribuzione deve essere sufficiente ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa per il lavoratore e la propria famiglia.
Orbene l’avvocato del lavoro, è il custode di questi principi fondamentali e le sue prestazioni puntano alla realizzazione concreta degli stessi.
LE ATTIVITA’ DELL’AVVOCATO DEL LAVORO
Se la Costituzione da un’importanza preminente al lavoro, nei fatti, i diritti ad esso connessi trovano esplicazione in leggi puntuali.
In particolare il codice civile, dedica l’intero libro quinto alla disciplina del contratto di lavoro e dei rapporti discendenti.
Un’altra legge di assoluta rilevanza in materia è la legge 300/1970 (Statuto dei lavoratori); vera e propria bibbia dell’avvocato del lavoro.
Infatti l’avvocato del lavoro, conosce a fondo le leggi contenute in questi codici, nonché le riforme sopravvenute, e ne salvaguarda la corretta applicazione.
Il professionista assiste il lavoratore o il datore di lavoro negli eventuali contrasti nascenti sin dalla definizione del contratto.
Interviene, altresì, nelle ipotesi di provvedimento disciplinare a carico del lavoratore o nei casi di demansionamento o mobbing.
Può svolgere una funzione essenziale nel caso di trasferimento d’azienda, d’infortuni sul lavoro, per il recupero dei crediti da lavoro, ecc.
Infine l’intervento dell’avvocato del lavoro si rivela, indubbiamente, di estrema importanza nelle ipotesi di licenziamento illegittimo.
LICENZIAMENTO ILLEGITTIMO
Avvalersi delle competenze dell’avvocato del lavoro è fondamentale nelle ipotesi di licenziamento illegittimo e bisogna farlo tempestivamente.
Infatti è possibile opporsi al licenziamento ritenuto illegittimo entro 60 giorni, decorrenti dal ricevimento della lettera di licenziamento stesso.
Entro suddetto termine l’avvocato del lavoro può mandare la comunicazione scritta di opposizione al licenziamento ritenuto illegittimo.
Detta comunicazione sospende l’efficacia del licenziamento per i 180 giorni successivi alla ricezione da parte del datore di lavoro.
Da questo momento, infatti, decorrono i termini per promuovere l’azione giudiziaria o il tentativo di conciliazione ovvero l’arbitrato.
Inoltre può verificarsi l’ipotesi che il datore di lavoro si rifiuti di tentare la conciliazione o l’arbitrato.
Oppure, può capitare l’evenienza che, pur accettando il tentativo di conciliazione o di arbitrato, non si riesca a trovare un accordo.
Orbene in queste ultime due ipotesi, il lavoratore entro 60 giorni dal rifiuto o mancato accordo deve rivolgersi al tribunale del lavoro.
LA CONCILIAZIONE
L’avvocatodel lavoro, consiglia spesso, nelle ipotesi di conflitto fra le parti in causa, di addivenire ad una soluzione extragiudiziale.
Ciò avvantaggia indubbiamente le parti, perché l’azione giudiziale può richiedere tempi lunghi, nonostante la speditezza che caratterizza il giudizio di lavoro.
Di fatto, quando non si riesce a trovare un accordo, occorre spesso attendere i tre gradi di giudizio per definire la causa.
Inoltre, la lunga condizione d’incertezza, può arrecare grave pregiudizio, soprattutto al lavoratore che ha perso la principale fonte di guadagno.
Dunque per evitare i lunghi tempi ed i costi del giudizio il lavoratore è possibile promuovere la cosiddetta conciliazione.
La conciliazione avviene in sede amministrativa di fronte alla Commissione di Conciliazione, istituita presso la Direzione Territoriale del Lavoro.
Essa può avvenire anche in sede sindacale in base alle procedure già previste dal contratto collettivo di lavoro, di categoria.
In ogni caso, l’avvocato del lavoro assiste il cliente nella raccolta dei documenti indispensabili e nella scelta della sede di conciliazione.
ARBITRATO
Senza ripeterci sull’inopportunità di attivare l’intervento del tribunale del lavoro, ove ne ricorrano i presupposti, un’altra soluzione può essere l’arbitrato.
L’arbitrato è una procedura alternativa al ricorso in tribunale, per risolvere le controversie di lavoro.
In questo caso le parti rimettono la decisione della controversia ad un soggetto terzo ed imparziale.
Nel giudizio di lavoro, le parti in causa possono affidare, di comune accordo, la decisione medesima alla Commissione di Conciliazione.
Anche in questo caso è possibile, in alternativa, affrontare l’arbitrato in sede sindacale.
Nelle due ipotesi trattate di risoluzione stragiudiziale l’assistenza dell’avvocato del lavoro può essere essenziale.
Il professionista saprà scegliere la sede più idonea e le migliore argomentazioni per far prevalere le ragioni del suo cliente.
Se infine non sarà possibile trovare una composizione della lite in sede stragiudiziale la controversia passerà al Tribunale.
IL GIUDIZIO DI FRONTE AL TRIBUNALE
Nell’ ipotesi in cui il datore di lavoro rifiuti il tentativo di composizione stragiudiziale o comunque non si trovi un accordo, non rimane che rivolgersi al tribunale.
Le cause di lavoro sono di competenza esclusiva del tribunale del lavoro, che giudica in primo grado, in composizione monocratica.
Il giudice del lavoro, rispetto a quello ordinario, ha più ampi poteri, soprattutto sotto l’aspetto istruttorio (raccolta delle prove).
Infatti può ad esempio:
– Accedere al luogo di lavoro
– Ordinare l’esibizione di documenti
– Chiedere informazioni al sindacato
– Può inoltre disporre l’ammissione di mezzi di prova, anche oltre i limiti concessi dal codice di procedura civile
La legge concede questi speciali poteri al giudice del lavoro proprio a presidio dei diritti dei lavoratori.
Infatti quest’ultimi sono considerati parte debole in confronto al datore di lavoro, perciò la legge punta a tutelarli più attentamente.
Ovviamente in caso di giudizio presso il tribunale del lavoro l’assistenza di un esperto avvocato del lavoro è assolutamente necessaria.
RAPPORTI TRA DATORE DI LAVORO E LAVORATORE
Come abbiamo già anticipato il lavoratore subordinato si trova in una posizione di debolezza nei confronti del datore di lavoro.
Infatti il contratto di lavoro obbliga il lavoratore a svolgere le prestazioni in essa contenuti seguendo le direttive del datore.
Orbene, il conseguente stato di subordinazione può dar luogo ad abusi del datore di lavoro nei confronti del dipendente medesimo.
In questo caso l’intervento dell’avvocato del lavoro può essere salvifico, perché potrà vigilare sull’effettivo rispetto dei rapporti fra le parti.
L’avvocato del lavoro può, infatti, valutare quando un comportamento s’inquadra nella normale dinamica del contratto o ne trascende i limiti.
Purtroppo possono capitare ipotesi di sfruttamento del lavoratore oltre i limiti contrattuali, casi di demansionamento o mobbing vero e proprio.
In questi casi è opportuno consigliarsi con l’avvocato del lavoro che riuscirà ad individuare eventuali abusi e trovare i rimedi adeguati.
D’altra parte la legge prevede specifici interventi a presidio della posizione debole del lavoratore, che l’avvocato del lavoro ben conosce.
I CREDITI DA LAVORO
Se da un lato il lavoratore si obbliga a prestare il proprio lavoro, dall’altro il datore di lavoro si obbliga alla retribuzione.
Infatti il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro prestato.
La retribuzione nel suo complesso è composta da vari elementi che possiamo così sintetizzare:
– La paga base, che in assenza di retribuzione minima “ex legge” è stabilita dai contratti collettivi di categoria.
– Alla paga base si aggiungono i superminimi e gli scatti di anzianità
– Le mensilità aggiuntive come la tredicesima (nel periodo natalizio) e la quattordicesima (nel periodo feriale)
– Le indennità, che sono maggiorazione retributive collegate a specifici rischi professionali o a particolari condizioni di lavoro.
Infine, nelle ipotesi di cessazione del rapporto di lavoro il prestatore di lavoro ha diritto al Trattamento di fine rapporto.
Si ricorda inoltre che il datore di lavoro è obbligato al versamento de contributi previdenziali.
In tutti questi casi l’intervento dell’avvocato del lavoro può essere necessario per individuare le prestazioni dovute ed eventualmente per recuperarne l’importo.
CONCLUSIONI
In poche parole, avvalersi dell’esperienza dell’avvocato del lavoro è la soluzione per garantire la dignità e la libertà della persona.
Un valido professionista riesce, infatti, a presidiare questi valori fondamentali del lavoratore.
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